Seguire il denaro per combattere la pedopornografia: l’importanza dell’inchiesta finanziaria

Seguire il denaro è da sempre uno dei metodi investigativi più efficaci per combattere la criminalità organizzata. Questo principio, lasciato in eredità da Giovanni Falcone, si è dimostrato fondamentale anche per indagare reati di tutt’altro genere, come la pedopornografia.

Un recente studio condotto dall’Anti money laundering centre olandese ha portato all’attenzione dell’Unità di informazione Finanziaria della Banca d’Italia alcune operazioni finanziarie sospette legate a casi di live distance child abuse, ovvero la trasmissione in diretta su internet a pagamento di abusi sessuali su minori. Grazie a questo segnale, il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online della Polizia di Stato ha focalizzato la propria attenzione su un trentaseienne italiano della provincia di Varese.

Quest’uomo era già stato segnalato dalle autorità norvegesi e svedesi, in collaborazione con l’Homeland Security Investigation statunitense, per la sua presunta partecipazione a una rete di utenti europei che acquistavano sessioni live di sfruttamento sessuale di minori nelle Filippine. Le indagini, coordinare dal pm milanese Giovanni Tarzia, hanno rivelato che l’uomo aveva effettuato numerose chiamate e scambiato oltre 2.250 messaggi con una donna filippina, considerata una delle organizzatrici del network e arrestata lo scorso anno nel suo paese.

Le richieste dell’uomo erano agghiaccianti: desiderava assistere a “spettacoli” in cui bambini, anche molto piccoli, erano coinvolti in atti sessuali. Ma la scoperta più orribile è stata quella dei video risalenti al 2019, trovati nella sua abitazione durante una perquisizione. Questi filmati mostravano due bambini filippini di 5 e 11 anni che subivano abusi dalla loro madre, con il trentaseienne a dare le istruzioni.

I poliziotti della Postale di Milano, guidati dalla primo dirigente Tiziana Liguori, hanno immediatamente riconosciuto la donna dei filmati come l’attuale moglie del trentaseienne, con cui si era sposata dopo essere arrivata in Italia dalle Filippine. La coppia aveva anche un bambino di un anno, che è stato immediatamente tolto loro e affidato ai servizi sociali.

Nelle scorse settimane, il trentaseienne, un operaio senza precedenti penali, è stato arrestato su ordine della gip milanese Angela Minerva, con l’accusa di violenza sessuale aggravata e pornografia minorile. Anche la moglie è stata contestata con le stesse accuse e le è stato imposto l’obbligo di presentarsi alle autorità giudiziarie e il divieto di lasciare il paese. Questo divieto le impedisce di tornare alle Filippine, dove vivono i figli avuti da una precedente relazione e che sono stati vittime di abusi.

Questa vicenda tragica mette in luce l’importanza delle indagini finanziarie nel contrasto alla pedopornografia. Seguire il denaro può portare alla scoperta di reti criminali, alla protezione delle vittime e alla punizione degli autori di questi orribili reati. È un metodo che, se utilizzato con competenza e risorse adeguate, può davvero fare la differenza nella lotta contro la pedopornografia e il crimine organizzato in generale.

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