La storia di Giulia è una storia di dolore e di violenza, ma anche di amore e di speranza. È la storia di una giovane donna, Giulia, che è stata brutalmente assassinata con 37 coltellate a Senago. Ma è anche la storia di sua sorella, Chiara Tramontano, che ha trovato la forza di condividere i suoi sentimenti in un’intervista prima dell’inizio del processo contro l’assassino di sua sorella, Alessandro Impagnatiello.

Durante l’intervista, Chiara ha sottolineato la sua mancanza di odio nei confronti dell’assassino. Ha dichiarato che non sono persone che si lasciano andare all’odio e che, quando ha perso sua sorella, pensava solo a lei, non a chi gliel’ha sottratta. È pervasa dall’amore per Giulia, da quanto le manca e da quanto vorrebbe essere una zia per il piccolo Thiago, il bambino che Giulia portava in grembo al momento dell’omicidio. Non vuole che l’odio vinca su di lei.

Il processo contro Impagnatiello inizia il 18 gennaio davanti alla Corte d’Assise di Milano. L’accusa è di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi, dal vincolo di convivenza e dalla premeditazione, oltre che per distruzione e occultamento di cadavere e interruzione volontaria della gravidanza. La famiglia di Giulia, rappresentata dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti, è costituita parte civile, affiancata anche dal comune di Senago assistito dall’avvocato Antonio Ingroia.

Chiara ha condiviso dei teneri ricordi di sua sorella, ricordando i giorni felici in cui Giulia annunciò la gravidanza. Racconta che sono stati dei giorni vissuti con una gioia che non avrà più, i più belli della sua vita. Ma la relazione di Giulia con Impagnatiello era tesa, segnata da sospetti di tradimento e dalla paura di essere inadeguata. La tragedia si è consumata quando Giulia ha deciso di affrontare il compagno per il tradimento e lui ha reagito annientandola con 37 coltellate.

Chiara ha rivelato particolari agghiaccianti sulla personalità di Impagnatiello, descrivendolo come un “narcisista overt” senza empatia né sentimenti. Ha anche espresso preoccupazione riguardo alla possibilità che l’assassino possa essere rilasciato in futuro. Spera che un giorno, quando guarderanno la lapide di Giulia o una foto, sapranno che chi l’ha distrutta non avrà più una vita e sarà dietro alle sbarre per sempre.

La storia di Giulia è una storia di dolore e di violenza che non possiamo dimenticare. È una storia che ci ricorda l’importanza di combattere il femminicidio e di ottenere giustizia per le vittime. Speriamo che il processo possa portare una punizione adeguata per l’assassino di Giulia e che possa portare un po’ di pace e di serenità alla sua famiglia.

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