Arrestato a Bergamo per atti persecutori: uno dei primi casi di applicazione dell’arresto in differita

La sera del 16 gennaio i Carabinieri della Stazione di Bergamo Principale hanno arrestato un 52enne residente a Bergamo per atti persecutori. In provincia di Bergamo si tratta di uno dei primi casi di applicazione dell’istituto dell'”arresto in differita”, introdotto con le ultime modifiche alla normativa del “Codice rosso”.

La vittima, una donna 51enne residente a Bergamo, dopo aver chiuso la relazione, ha subito numerosi pedinamenti e appostamenti sotto casa da parte dell’ex compagno, il quale, tra l’altro, l’ha minacciata più volte di fare del male a lei e a suo figlio qualora non avesse riallacciato i rapporti.

La donna, dopo l’ennesimo appostamento sotto casa, il 16 gennaio 2024, ha deciso di recarsi presso la Stazione Carabinieri di Bergamo Principale per sporgere denuncia. I Carabinieri subito si sono attivati per rintracciare l’uomo, che veniva tratto in arresto la sera stessa.

Sebbene i Carabinieri non abbiano assistito ad alcun atto persecutorio, pertanto in assenza di flagranza di reato, sono riusciti comunque ad arrestare l’uomo, un bergamasco 52enne con precedenti specifici, grazie al nuovo istituto dell’arresto in flagranza differita per reati di “codice rosso”: infatti, i Carabinieri, visionando le chat dove sono emersi chiaramente gli atteggiamenti persecutori nei confronti della donna, hanno potuto procedere all’arresto entro 48 ore dal fatto. Il 52enne dopo le formalità di rito è stato tradotto presso la sua abitazione, dove il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto la custodia cautelare agli arresti domiciliari.

Secondo le dichiarazioni della donna, l’uomo ha sempre posto in essere atteggiamenti aggressivi nel corso della relazione, che erano spariti, per un breve lasso di tempo, in concomitanza con la malattia del padre, periodo in cui lo stalker aveva promesso di cambiare atteggiamento, chiedendo perdono. Purtroppo le minacce e i pedinamenti sono ripresi subito dopo, come spesso accade in casi analoghi. Infatti i reati di maltrattamenti in famiglia e di atti persecutori, seguono spesso quello che viene chiamato il “ciclo della violenza”, dove in un primo momento si crea nella coppia una tensione che ben presto si concretizza in violenza o, se la relazione è cessata, in pedinamenti e atti persecutori. Immediatamente dopo arriva al fase chiamata dell’honey moon (luna di miele), dove l’aggressore si pente dei comportamenti aggressivi e chiede perdono alla vittima, la quale, purtroppo, impietosita dalle parole dell’aggressore, dimentica quanto accaduto precedentemente. Quest’ultima fase, però, molto spesso è seguita dal ritorno della violenza: pertanto, qualora ci si trovi in situazioni analoghe, l’invito dei Carabinieri è di valutare sempre con attenzione e diffidenza i tentativi di riavvicinamento del partner molesto.

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