Lara Comi ha rilasciato un commento sulle motivazioni della sentenza di primo grado a suo carico dopo il deposito degli atti. La politica afferma di essere innocente, ma accusata di aver preso fondi europei. Secondo Lara Comi, la sentenza è ingiusta e contraddittoria, basandosi solo su elementi indizianti opinabili. La sua difesa presenterà un atto di appello per dimostrare la sua innocenza. Lara Comi si dice colpita dalla violazione della presunzione di innocenza, perché si ipotizza che possa commettere altri reati in danno del Parlamento Europeo, istituzione che ha sempre servito con dedizione e passione nell’interesse dei cittadini.
L’avvocato difensore di Lara Comi, Gian Piero Biancolella, ha dichiarato che dalla lettura della sentenza emerge come non siano stati tenuti in considerazione i criteri indicati dalla Suprema Corte di Cassazione per valutare gli indizi. Inoltre, non è stato dato il giusto peso alle prove documentali prodotte dalla difesa per dimostrare la trasparenza dell’operato di Lara Comi. L’analisi dei conti correnti personali e delle documentazioni bancarie non ha riscontrato alcuna anomalia, come confermato sia dalla Banca d’Italia che dalla Guardia di Finanza. Lara Comi ha sempre dichiarato di non avere nulla da nascondere e di aver sempre operato nel rispetto della legge, non avvalendosi dell’immunità parlamentare per consentire alla magistratura di utilizzare conversazioni, chat ed email che avrebbero comprovato la sua innocenza.
Nelle motivazioni della sentenza è stata coinvolta anche la madre di Lara Comi, un fatto che suscita perplessità e stupore. Durante il dibattimento è stato dimostrato che l’assunzione della madre come assistente parlamentare è stata un errore del terzo erogatore e che l’importo erroneamente percepito è stato completamente restituito al Parlamento Europeo da parte di questo terzo erogatore.
L’avvocato Biancolella conclude affermando che la sentenza offre ampi spazi argomentativi, sia in fatto che in diritto, per richiedere il riconoscimento dell’innocenza di Lara Comi. La condanna inflitta è considerata ingiusta e priva di solido supporto probatorio.