Presunto scandalo delle protesi ortopediche a Monza: nuove rivelazioni nel processo

Sono emerse nuove informazioni nel processo in corso presso il Tribunale di Monza riguardante il presunto scandalo delle protesi ortopediche “Ceraver” installate al Policlinico di Monza tra il 2014 e il 2017. Il consulente tecnico della Procura di Monza, il professor Antonio Previtera, ha individuato ben 91 interventi chirurgici “sospetti” avvenuti durante il periodo in questione.

Secondo l’ortopedico del San Paolo e docente dell’Università di Milano, che ha esaminato oltre 900 cartelle cliniche e migliaia di radiografie, sono state riscontrate “criticità” in questi 91 interventi. È importante sottolineare che molte delle accuse si sono prescritte a causa del tempo trascorso dall’inizio dell’inchiesta. Tuttavia, poiché la vicenda è soggetta a sospette corruzioni, il processo continua.

Le accuse della Procura di Monza riguardano i chirurghi Fabio Bestetti, Marco Valadè e Claudio Manzini, noti professionisti nel settore delle protesi ortopediche. Si sostiene che abbiano installato le protesi della casa produttrice francese “Ceraver” in cambio di denaro, viaggi, alberghi, cene o il diritto a percepire una quota di rimborso per le prestazioni sanitarie.

L’inchiesta, denominata “Disturbo”, è stata avviata dalla Guardia di Finanza dopo una segnalazione di un medico del Policlinico che ha evidenziato comportamenti ritenuti scorretti. Inizialmente, Valadè, il commerciale della ditta francese Marco Camnasio e lo stesso Manzini sono stati posti agli arresti domiciliari. Successivamente, Valadè e Bestetti hanno patteggiato pene per corruzione, mentre Manzini è attualmente a processo per accuse di corruzione non contrarie ai doveri di ufficio insieme a tre dirigenti francesi della Ceraver e a Camnasio.

Ad oggi, sono presenti 22 parti civili nel procedimento. I medici imputati sostengono di aver agito esclusivamente per il bene dei pazienti e affermano che le protesi in questione funzionavano meglio di altre. Anche il Policlinico è coinvolto come responsabile civile. Il dottor Manzini, tuttavia, ha sempre respinto le accuse attraverso i suoi avvocati Lucilla Tassi e Claudio Schiaffino. I difensori hanno affermato che “nessun paziente del nostro assistito ha mai avuto complicazioni o altri tipi di problemi a seguito degli interventi”.

Il processo riprenderà il 31 gennaio.

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