Brescia è una città ricca di storia e di storie insolite, tra cui quella di un frate francescano diventato celebre per i suoi ritrovati. Il frate in questione, Ilarione, era conosciuto per le sue “Pillole angeliche”, dalle proprietà miracolose, diffuse prima tra i bresciani e poi in tutto il Paese.
La storia di Ilarione si intreccia con quella del convento di San Giuseppe a Brescia, dove operava internamente ed esternamente come speziale. Qui, tra gli inebrianti aromi delle erbe e gli attrezzi del mestiere, Ilarione preparava le sue famose pillole che promettevano di guarire una vasta gamma di disturbi.
Le “Pillole angeliche” di Ilarione erano così efficaci che nel 1856 veniva fatta una pubblicità pomposa che ne esaltava i benefici per la salute. Queste pillole erano amate anche dalle Comunità Religiose e si diceva che fossero utilizzate persino dai più alti prelati, fino al Papa.
La ricetta di queste pillole era un segreto ben custodito, tramandato di generazione in generazione ai padri speziali. Si sapeva solo che contenevano sei ingredienti, di cui cinque di origine vegetale, e richiedevano ben otto mesi di preparazione.
La fama delle “Pillole angeliche” ha portato anche a delle dispute, come quella con i francescani di Mantova che ne rivendicavano la paternità. Tuttavia, nonostante le controversie, le pillole di Ilarione sono rimaste un simbolo di Brescia per tre secoli, associate alla facilità di defecazione.
In definitiva, la storia di Ilarione e delle sue pillole miracolose è un esempio affascinante di come la tradizione e la cura delle piante officinali abbiano giocato un ruolo importante nella storia della medicina.