Caryl Menghetti è stata giudicata capace di stare in giudizio per l’omicidio del marito Diego Rota avvenuto il 26 gennaio a Martinengo. Il processo si celebrerà in Corte d’Assise dal 12 luglio, ma resta ancora da valutare la sua capacità di intendere e volere al momento del delitto. I medici dovranno approfondire questo aspetto nelle prossime settimane e depositare le loro conclusioni entro giugno.
Il caso ha suscitato molta attenzione, poiché marito e moglie sembravano amarsi e non avevano motivi di fratture. Tuttavia, il nodo principale è comprendere in che condizioni psichiche si trovasse Caryl Menghetti il giorno dell’omicidio. Dopo una crisi precedente e le cure ricevute, quella mattina sembrava essere tormentata da farneticazioni e paure per la sicurezza della figlia.
Attualmente, la donna si trova in carcere a Torino e appare molto provata e confusa. La difesa si concentrerà sull’approfondimento del perché sia stata dimessa dall’ospedale pur con una diagnosi di psicosi nas, poco prima di commettere l’omicidio del marito. La famiglia della donna la sostiene e vorrebbe prendersi cura della bambina, che attualmente è con i nonni.
La vicenda continua a suscitare interesse e sarà interessante seguire lo sviluppo del processo in Corte d’Assise a partire dal prossimo luglio.