Il processo contro Enrico Barone, accusato di riciclaggio di capitali illeciti della ‘ndrangheta, è giunto al momento della sentenza. Il 55enne, originario di Vibo Valentia ma residente tra Legnano e Busto Arsizio, è stato arrestato nel marzo del 2023 insieme all’imprenditore Maurizio Ponzoni e ad altri soggetti, in un’operazione che ha portato alla luce un maxi riciclaggio da 1,5 milioni di euro.

La pm Silvia Bonardi ha chiesto 12 anni di carcere per Barone per associazione a delinquere per riciclaggio, false fatture e bancarotta con l’aggravante mafiosa. Secondo l’accusa, Barone avrebbe utilizzato denaro sporco per acquisire imprese in difficoltà economiche, chiedendo finanziamenti e portandole alla bancarotta.

L’inchiesta è stata avviata grazie a tamponi anti-covid eseguiti sui giocatori del Monza prima di un match contro l’Avellino. Una delle società coinvolte operava nel settore sanitario, ma gli interessi di Barone e dei suoi complici spaziavano in diversi settori, accomunati dallo stato di decozione.

Durante le indagini sono state ricostruite operazioni di denaro distrattive per oltre 4 milioni di euro, dai conti di società dichiarate fallite ai conti di società estere. Una parte dei soldi è finita anche a Vincenzo Rispoli, boss della locale di Legnano-Lonate Pozzolo.

Il difensore di Barone ha ammesso il sistema delle false fatturazioni, ma ha chiesto l’esclusione dell’aggravante mafiosa e l’assoluzione per l’associazione a delinquere. La sentenza è attesa per il 7 giugno.

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