La Procura di Busto Arsizio ha disposto l’autopsia sul corpo di Nicolò Carboni, il 78enne di Gallarate travolto e ucciso da un furgone sul ponte di via Varese, tra il quartiere di Cajello e quello di Cascinetta, dove risiedeva. Il magistrato di turno ha messo sotto sequestro i due veicoli – un furgone da lavoro e la bicicletta -, ha disposto l’esame autoptico e richiesto anche una perizia cinematica per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente, in aggiunta ai rilievi svolti con accuratezza dal personale della Polizia Locale di Gallarate.
Si tratta del primo incidente mortale per investimento avvenuto quest’anno a Gallarate, che ha sollevato ulteriori dibattiti sulla sicurezza stradale. Il tema era già stato discusso in città negli ultimi mesi, con una petizione lanciata da Gallarate Pedala, la sezione locale della Fiab, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta. Anche in consiglio comunale si era parlato di sicurezza stradale, con l’amministrazione che aveva sottolineato la diminuzione degli incidenti negli ultimi anni.
La Fiab chiede ora di riaprire il dibattito e di adottare soluzioni strutturali per ridurre il traffico, limitare la velocità e contrastare la sosta selvaggia, che può rappresentare un pericolo aggiuntivo. L’associazione esprime frustrazione per la mancanza di interventi concreti da parte dell’amministrazione e chiede azioni immediate e infrastrutturali per migliorare la sicurezza stradale.
La morte di Nicolò Carboni ha fatto emergere la necessità di un impegno concreto per prevenire incidenti simili in futuro e per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada. È fondamentale che le autorità competenti agiscano con tempestività e determinazione per evitare tragedie come questa e promuovere una cultura della sicurezza stradale più attenta e responsabile.