L’imputata, una guardia giurata di 57 anni, è stata assolta dalle accuse di falso e truffa per aver collezionato più di venti assenze sul posto di lavoro. La donna aveva ritenuto che la sua nuova mansione di vigilare sull’area casse di un supermercato fosse incompatibile con i suoi problemi alla schiena.

Il Tribunale di Varese ha stabilito che la donna non ha commesso il fatto e che le accuse relative alla produzione dei certificati medici non sussistono. Durante il processo, è emerso che la donna aveva problemi di salute confermati da un medico.

L’avvocato difensore ha sollevato dubbi sulle intercettazioni che avevano portato alla luce le uscite “sospette” della donna durante i giorni di malattia, sostenendo che il telefono intercettato non apparteneva a lei ma a un’altra persona non coinvolta nel processo.

L’azienda per cui la donna lavorava si è costituita parte civile nel processo. La donna era stata licenziata a seguito delle sue assenze e di una causa per mobbing intentata per un cambio di mansione, ma l’azienda ha vinto la causa.

Alla fine, la donna è stata assolta da tutte le accuse e ha potuto dimostrare che le sue assenze erano dovute a reali problemi di salute.

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