Un 40enne di origine marocchina è stato condannato dal tribunale di Varese a sette anni di reclusione per aver picchiato e violentato la moglie durante una relazione basata sul controllo e sul dominio. I fatti risalgono al 2021 a Lavena Ponte Tresa e includono accuse di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.

La giovane vittima, classe 1992 e connazionale dell’imputato, ha subito rapporti sessuali imposti e regole assurde imposte dal marito padrone, tra cui il divieto di lavorare e di uscire di casa. Durante la gravidanza, sarebbe stata presa a calci sulla pancia e successivamente picchiata davanti alla figlia. Urla, schiaffi e oggetti scagliati contro di lei facevano parte del suo quotidiano.

Per tutti questi abusi, la vittima si è costituita parte civile nel processo, ottenendo un risarcimento di 15mila euro. L’avvocato che l’ha assistita ha sottolineato l’importanza di denunciare e combattere la violenza domestica, un fenomeno purtroppo ancora troppo diffuso nella nostra società.

La condanna del marito padrone è un segnale importante che la giustizia non tollera la violenza sulle donne e che coloro che commettono tali atti verranno puniti. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema e fornire alle vittime il supporto di cui hanno bisogno per uscire da situazioni di abuso e violenza.

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