LIVIGNO (Sondrio), 14 marzo 2024 – Le famiglie albanesi coinvolte nella potente mafia balcanica di Scutari sono state scoperte ad operare a Livigno, una delle località turistiche più rinomate della Valtellina. Gli uomini lavoravano come operai, sia in Italia che come frontalieri in Svizzera, mentre le donne portavano i figli piccoli con loro durante la vendita di dosi di cocaina sulle piste da sci. L’indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Sondrio ha portato alla luce l’operazione “Apres-Ski”, che ha portato all’arresto di diversi soggetti coinvolti nel traffico di droga a Livigno.

Le misure cautelari eseguite hanno portato all’arresto di 12 persone di nazionalità albanese, italiana e dominicana, ritenute responsabili del trasporto e della vendita di notevoli quantità di cocaina a Livigno. La droga, soprannominata “bresaola” al telefono, veniva venduta in macchina in zone appartate della località di villeggiatura. Le donne coinvolte sono state sottoposte agli arresti domiciliari, mentre i responsabili si vantavano sui social network, mostrando armi e denaro in contanti.

Il boss dell’organizzazione, un latitante ricercato per omicidio, gestiva il rifornimento di cocaina da Parigi, dove attualmente risiede. La droga ordinata proveniva dalla Brianza, da Torino e da Bruxelles, con maggiori rifornimenti durante i periodi di maggiore afflusso di turisti. L’operazione ha coinvolto 70 appartenenti alla Polizia di Stato, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Torino e Rimini, del Settore di Polizia di Frontiera di Tirano e della Locale di Livigno.

La presenza della mafia albanese a Livigno ha destato preoccupazione tra la popolazione locale, che si è vista coinvolta in un traffico di droga che sembrava estraneo alla tranquilla località turistica. La lotta alle organizzazioni criminali che cercano di infiltrarsi in luoghi di pregio come Livigno è fondamentale per garantire la sicurezza e la legalità della comunità.

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