ZINASCO. Un gruppo di 16 allevamenti suinicoli del Pavese è pronto a fare causa alla Regione Lombardia a causa della diffusione della peste suina africana. Questi allevamenti si trovano ancora oggi nelle zone di Restrizione I e II, dove devono rispettare rigide regole che limitano notevolmente la loro attività. La richiesta di risarcimento è rivolta alla Regione Lombardia, responsabile della gestione degli animali selvatici, in quanto i cinghiali sono il principale vettore di diffusione del virus. Gli allevatori sostengono di aver adottato tutte le misure necessarie per la biosicurezza, ma nonostante ciò hanno subito ingenti danni a causa dell’abbattimento di migliaia di capi e dei costi aggiuntivi per adeguarsi alle disposizioni regionali restrittive.

L’avvocato Paolo Ramaioli ha preparato un atto di citazione per chiedere il risarcimento dei danni subiti dagli allevatori. Questi danni non sono contemplati dai ristori che verranno erogati a 60 allevatori entro fine mese. La Regione Lombardia è stata criticata per non aver agito tempestivamente dopo i primi casi di peste suina in Piemonte nel 2022, permettendo così che il contagio arrivasse in Lombardia. Solo dopo l’identificazione del primo caso in provincia di Pavia nel giugno 2023, la Regione ha preso provvedimenti, ma ormai era troppo tardi.

Le autorità hanno dovuto abbattere circa 40mila suini sani e suddividere la provincia in quattro aree, con misure che hanno causato enormi danni al settore suinicolo domestico. Gli allevatori chiedono quindi un risarcimento per i danni subiti a causa della diffusione della peste suina africana e delle misure restrittive adottate dalla Regione Lombardia.

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