La figura tradizionale del mafioso con il cappello a coppola e la lupara non esiste più, è ormai un ricordo del passato. Oggi la mafia gestisce capitali e preferisce restare nell’ombra, evitando qualsiasi forma di pubblicità. Un recente incontro promosso dall’associazione Alumni Bocconi Monza Brianza ha analizzato l’evoluzione silenziosa di questo fenomeno criminale, con un focus sul tema dell’economia e del controllo della legalità.

I relatori dell’evento, Gaetano Palmiotto e Leonardo Milani, hanno evidenziato come la Lombardia sia sempre più nel mirino delle organizzazioni mafiose, con un alto numero di operazioni sospette segnalate. Addirittura il 18% delle segnalazioni di operazioni sospette proviene dalla nostra regione. Alcuni imprenditori hanno instaurato rapporti di collaborazione con la mafia, pensando di trarne vantaggio economico, ma spesso si ritrovano intrappolati in una rete mortale.

Il procuratore aggiunto Bruna Albertini ha sottolineato come la mafia abbia cambiato strategia nel corso degli anni, passando da azioni eclatanti come estorsioni e incendi a modalità più silenziose e meno visibili, ma altrettanto dannose per l’economia e il mercato. La mafia è in grado di destabilizzare l’economia e le regole del mercato, creando gravi ripercussioni.

Durante l’incontro, è emerso anche il ruolo cruciale che i professionisti svolgono per permettere alle organizzazioni criminali di muoversi nel mondo economico. La riforma dei reati fallimentari è diventata una priorità e la mafia ha individuato nei bitcoin un nuovo modo per investire i propri capitali. È necessaria una stretta collaborazione tra istituzioni, imprese e società civile per contrastare efficacemente la presenza della mafia nell’economia e garantire un futuro migliore basato sul rispetto della legalità.

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