Stefano Binda, dopo aver trascorso tre anni in carcere per poi essere assolto, ha visto la sua richiesta di risarcimento parzialmente accolta dalla Corte d’Appello di Milano. Sebbene avesse chiesto 303mila euro, è stato stabilito che riceverà solo 212mila euro.

Il presidente della Quinta sezione penale, Roberto Arnaldi, insieme ai giudici Veronica Tallarida e Giulia Anna Messina, hanno motivato la decisione sostenendo che la difesa di Binda durante il processo era stata confusa. Questo ha portato alla riduzione dell’indennizzo, nonostante l’assoluzione finale.

Binda, deluso dalla decisione, ha dichiarato di essere in fase di valutazione per un eventuale ricorso. Ha sottolineato che la sua assoluzione è stata ignorata nella decisione della Corte d’Appello e che i suoi legali stanno esaminando le possibili azioni future da intraprendere.

La vicenda di Stefano Binda, che ha vissuto un’ingiusta detenzione per anni, continua dunque con un epilogo amaro. La lotta per ottenere giustizia e il risarcimento adeguato sembrano essere ancora in corso.

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