Stefano Binda, l’uomo che è stato assolto dall’accusa di aver ucciso Lidia Macchi nel 1987, si troverà di fronte a una nuova udienza il prossimo 21 giugno per il risarcimento per ingiusta detenzione. Dopo essere stato condannato in primo grado e successivamente assolto in appello, Binda ha trascorso tre anni in carcere prima di essere rilasciato.

Assistito dall’avvocato Patrizia Esposito, Binda ha chiesto uno risarcimento di 300mila euro allo Stato, che gli è stato accordato dalla Corte d’Appello di Milano. Tuttavia, la Cassazione ha accolto il ricorso della Procura generale e ha deciso di rinviare gli atti alla Corte d’Appello di Milano per una rivalutazione dell’assegnazione del risarcimento.

La decisione della Cassazione ha fatto sì che il processo per il risarcimento debba ricominciare da capo il prossimo 21 giugno. In attesa di ulteriori sviluppi, Stefano Binda si prepara a una nuova udienza che potrebbe portare a una nuova decisione riguardo al risarcimento che gli spetta per i tre anni trascorsi ingiustamente in carcere.

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