Una docente di Lavena Ponte Tresa è stata accusata di aver presentato certificati medici falsi per ottenere assenze retribuite per quasi un anno scolastico. Coinvolti anche due medici, la sentenza è prevista per il 5 dicembre.

Un’educatrice calabrese di 62 anni è stata portata a processo per aver presentato certificati medici sospetti per giustificare le sue numerose assenze dall’Istituto Comprensivo Statale “Manzoni” di Lavena Ponte Tresa durante l’anno scolastico 2020/2021. La donna avrebbe fornito nove certificati medici, sostenendo di necessitare di cure salvavita per evitare la decurtazione dello stipendio per le sue lunghe assenze.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Luino e Reggio Calabria hanno rivelato presunte dichiarazioni false nei certificati medici e coinvolto due medici accusati di aver fornito la documentazione necessaria per coprire le assenze della docente. La Procura di Varese ha contestato alla donna la violazione dell’articolo 55 del Decreto Legislativo 165 del 2001, che punisce i dipendenti pubblici che giustificano le assenze con certificati medici falsi.

Durante il processo, il pubblico ministero ha chiesto due anni e otto mesi di reclusione per la docente e due anni e mezzo per uno dei medici coinvolti, mentre ha proposto l’assoluzione per il medico di famiglia. La difesa ha invece chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati, contestando le accuse.

Un ulteriore elemento emerso in aula riguarda un certificato medico firmato a nome di un terzo professionista, il quale ha dichiarato che la firma è stata falsificata. Il medico ha quindi deciso di costituirsi parte civile.

La sentenza, attesa per il 5 dicembre, potrebbe avere risvolti significativi per il settore pubblico e chiudere un caso che ha destato scalpore nella comunità educativa.

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