Il pompiere Enrico Vergani, insieme ad altri imputati, ha concordato con la Procura di Monza pene tra i 4 anni e mezzo e i 2 anni di reclusione con la sospensione condizionale nell’ambito dell’inchiesta per corruzione al Comando provinciale dei vigili del fuoco. Vergani, addetto agli acquisti per l’ufficio automezzi, è stato accusato di aver abusato del suo ruolo per ottenere mazzette dai fornitori e appropriarsi di beni della sede di Monza. Durante l’udienza preliminare al Tribunale di Monza, ha ottenuto gli arresti domiciliari e è ora tornato in libertà.
Altri imputati coinvolti nell’inchiesta sono l’imprenditore Sergio Fortini, la moglie del vigile del fuoco Mariangela Braggiato e Martino Longoni. Braggiato è stata imputata per avere speso 30mila euro, provento delle attività illecite del coniuge, mentre Longoni deve attendere la successione ereditaria a seguito della morte del fratello in un incidente stradale.
Vergani e un altro vigile del fuoco, Edoardo Correnti, sono anche accusati di aver falsificato il cartellino di presenza in ufficio per le ore di lavoro straordinario. Correnti ha chiesto di ottenere la messa alla prova con i lavori di pubblica utilità per estinguere il reato. In conclusione, gli imputati dovranno pagare un risarcimento dei danni all’associazione nazionale che si occupa dei familiari dei pompieri e attendere fino a metà aprile 2025 per la conclusione del processo.