Ancora una volta il carcere di Pavia è al centro delle cronache a causa di un’aggressione avvenuta nei confronti di un agente di Polizia Penitenziaria. L’episodio, accaduto mercoledì scorso, ha destato preoccupazione tra il personale e ha riportato alla luce le difficoltà del sistema penitenziario lombardo.

Secondo quanto riportato dal segretario regionale del SAPPE, un detenuto italiano ha aggredito un agente durante un diverbio con un’ispettore di sorveglianza. L’aggressione, avvenuta per motivi futili, ha visto il detenuto colpire l’agente con una testata, causandogli lesioni che hanno richiesto cure mediche e una prognosi di cinque giorni.

Questa aggressione rappresenta purtroppo solo l’ultimo di una serie di atti di violenza che si verificano all’interno delle carceri della regione. La tensione tra detenuti e personale è in costante aumento, e l’aggressione viene considerata un gesto vile che offende non solo il personale, ma l’intera comunità.

Il segretario generale del SAPPE ha criticato la mancanza di solidarietà da parte delle istituzioni, sottolineando che i poliziotti penitenziari non ricevono il sostegno necessario nonostante il crescente numero di aggressioni registrate negli ultimi anni.

L’appello alle autorità competenti è chiaro: è necessario adottare misure più severe per contrastare la violenza all’interno delle carceri e garantire la sicurezza del personale. I detenuti violenti non dovrebbero beneficiare di privilegi, e il personale deve essere dotato degli strumenti necessari per svolgere il proprio lavoro in sicurezza.

La situazione nelle carceri italiane richiede un intervento urgente per garantire la sicurezza di chi lavora al loro interno e per affrontare un problema che non può essere semplicemente considerato una statistica.

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