Carlo Gilardi, ex docente in pensione, è tornato al suo paese dopo essere stato ospite della Rsa Airoldi e Muzzi di Lecco per quasi tre anni. A causa delle sue gravi condizioni di salute, l’ex docente è stato trasferito all’hospice “Il Nespolo” di Airuno, dopo un’attenta valutazione medica e giudiziaria. Le sue condizioni sono peggiorate nelle ultime settimane a causa di una malattia incurabile.

L’equipe medica della Rsa Airoldi e Muzzi ha seguito attentamente Carlo Gilardi e ha presentato la sua situazione all’amministratore di sostegno, l’avvocato Elena Barra, e al giudice Mirco Lombardi. Il giudice ha esaminato le cartelle cliniche e ha visitato sia la struttura di via Eremo a Lecco che l’Hospice di Airuno, che si trovano a breve distanza dalla residenza dell’ex professore.

Nell’audizione del 15 settembre scorso, Carlo Gilardi è apparso sofferente davanti ai suoi avvocati e al giudice. Nonostante sia arrivato su una carrozzina, ha risposto a alcune domande prima di tornare nella sua camera da letto.

Il ricovero dell’ex docente di Airuno ha scatenato polemiche e manifestazioni, poiché Carlo Gilardi aveva espresso il desiderio di rimanere nella sua casa ad Airuno. Tuttavia, il giudice tutelare Marta Paganini, basandosi su accertamenti condotti dai carabinieri e dai medici, ha stabilito che le condizioni di salute e di abitazione non erano più adeguate. Un comitato di cittadini si è formato con lo slogan “Carlo Gilardi libero”, contestando la decisione che lo ha portato alla Rsa di Lecco.

Infine, la Corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo, su istanza di un cugino di Carlo Gilardi, ha dichiarato illegittimo il provvedimento e ha condannato l’Italia per violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che garantisce il rispetto della vita privata. “Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza”, stabilisce la norma che l’Italia ha adottato.

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