La sentenza di appello per gli ex vertici di Mps, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, è stata slittata al prossimo 11 dicembre. Questo riguarda il processo di secondo grado sulle presunte irregolarità nella gestione passata della banca senese, in particolare riguardo alla contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria. Il rinvio dell’udienza è stato deciso a causa dell’influenza di uno dei giudici. L’attesa per la decisione è molto alta, anche perché i giudici stanno cambiando la loro visione sulle inchieste Montepaschi. La Cassazione ha stabilito per due volte che non ci sono stati reati, né occultamento di documenti segreti né illeciti contabili relativi alle operazioni Alexandria e Santorini. La banca ha messo da parte 1,1 miliardi su 4,1 miliardi di rischi per eventuali risarcimenti. Le cause legali legate alle comunicazioni finanziarie degli anni 2008-2015 e ai crediti deteriorati hanno un petitum complessivo di 2,9 miliardi. La maggior parte di queste richieste sono coordinate dal fondo Martingale, che ha già ridotto di 400 milioni il rischio grazie alla sentenza Mussari-Vigni. Inoltre, tutte le richieste stragiudiziali notificate alla banca dopo il 29 aprile 2018 sono considerate prescritte. Gli analisti ritengono che la chiarezza sul rischio legale e sulle potenziali riprese di valore potrebbe aumentare il capitale in eccesso, migliorare la redditività e facilitare la vendita della partecipazione del governo nella banca. Secondo un report di Bofa, circa 200 milioni degli 1,1 miliardi di accantonamenti potrebbero essere liberati immediatamente.

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