Oggi parleremo del Castello di Cuasso Al Monte, situato nella Valceresio. Questo castello, chiamato Castelasc dai residenti locali, ha sempre suscitato il mio interesse fin da quando ero bambina. Immaginavo storie di principi, dame e cavalieri che si svolgevano tra le sue mura. Purtroppo, ho scoperto che non era abitato dalla famiglia da Besozzo, che si ipotizza ne fosse proprietaria. Era probabilmente solo una delle loro dimore.
Torniamo indietro nel tempo, precisamente nel 500, nell’alto medioevo. Il castello occupava l’intera collina di Cuasso su una superficie di 3500 metri quadrati. La parte più antica del castello è la torre, utilizzata come torre di segnalazione, che si pensa risalga all’epoca gallo-romana. Successivamente, i Longobardi hanno ampliato e costruito altre parti del castello.
In origine, il castello era composto da quattro piani distinti e aveva un tetto merlato alla guelfa sulla parte ovest. La torre principale, sulla parete sud, non aveva accessi ma solo finestre. Da quel punto si poteva controllare la strada sottostante, avendo un vantaggio strategico su chi attaccava la fortezza. Alle spalle della torre principale, il castello si apriva a ventaglio con un cortile dove sorgeva la chiesa di San Dionigi, che purtroppo non è più presente. Si pensa che questa chiesa fungesse anche da chiesa parrocchiale di un villaggio di legno, anche se non ci sono reperti a conferma di ciò.
Nonostante la sua posizione apparentemente defilata, il castello aveva una grande importanza strategica. Era un presidio militare sulla via che collegava Como al Gottardo, da Milano ai valichi alpini del San Bernardino e San Gottardo. Inoltre, essendo vicino al fiume Cavallizza, si suppone che avesse anche un’importanza economica a causa delle miniere telluriche presenti nella zona.
Durante lo scontro tra Guelfi e Ghibellini nel XII secolo, il Castelasc ebbe un ruolo molto importante. Purtroppo, però, non durò a lungo. Successivamente, finì nella lista di un’ordinanza di Francesco Sforza che richiedeva la demolizione di diverse fortificazioni. Tuttavia, tale ordinanza non fu mai attuata poiché il castello era già in stato di abbandono.
Questa è solo una delle tante storie di edifici e fortezze che si trovano nel nostro bellissimo territorio. È importante ricordarle e farlo è compito delle autorità competenti, anche se spesso non è possibile. In questo caso, possiamo farlo noi cittadini.
Spero di non avervi annoiato, ma di avervi fatto conoscere un pezzo del mio paese.