Una ex dipendente del Consolato generale dell’India a Milano ha vinto una battaglia legale per ottenere un equo salario e il risarcimento di spese processuali per un totale di quasi 30mila euro. La vicenda affonda le radici nel 2020, quando i rapporti fra l’impiegata e il consolato si erano fatti tesi a causa del congedo straordinario chiesto per assistere il figlio disabile. La donna aveva rinunciato all’impiego, rassegnando le dimissioni per giusta causa motivate con “mancato pagamento delle retribuzioni e discriminazione subita per motivi di iscrizione al sindacato e per aver chiesto i congedi straordinari”.

La vicenda è approdata in Tribunale e il giudice ha accolto alcune richieste della lavoratrice, respingendone altre. La sentenza ha quantificato il danno in 20.997 euro, mettendo nero su bianco il “diritto al pagamento delle indennità parametrato al livello B2 posseduto, oltre interessi”. Tuttavia, i soldi non sono ancora stati accreditati e le lettere inviate dalla UilPa di Milano per chiedere “il rispetto della sentenza” sono rimaste senza risposta.

Il sindacalista Giorgio Dimauro ha scritto all’attuale console generale a Milano e all’ambasciatrice dell’India in Italia, ma nessuna reazione è stata ricevuta. Dimauro ha dichiarato che si rivolgerà alla Farnesina perché le leggi e le sentenze italiane vanno rispettate. La vicenda dimostra l’importanza dell’equità salariale e del rispetto dei diritti dei lavoratori, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale.

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