La Bibbia è stata vietata nelle scuole elementari e medie del distretto scolastico di Davis, nello Stato americano dello Utah. Il provvedimento è stato preso a seguito della denuncia del genitore di un alunno, il quale sosteneva che il libro sacro non contenesse “valori seri per i minori, perché è pornografica”. Secondo il Salt Lake Tribune, il genitore si era lamentato del fatto che la Bibbia di Re Giacomo contenesse “volgarità e violenza non adatte agli studenti più giovani”.

Lo scorso anno, l’amministrazione repubblicana dello Utah aveva approvato una legge che vietava i libri “pornografici o indecenti” nelle scuole. La maggior parte dei libri vietati finora riguardano argomenti come l’orientamento sessuale e l’identità. Anche in altri Stati americani, come Texas, Florida, Missouri e Carolina del Sud, ci sono divieti su alcuni libri ritenuti offensivi.

Il divieto della Bibbia nelle scuole dello Utah ha suscitato molte polemiche. Molti sostengono che il libro sacro contenga importanti valori morali e spirituali, e che la sua esclusione dalle scuole sia un errore. Altri, invece, ritengono che la Bibbia contenga anche passi che possono essere considerati inappropriati per i bambini e che il divieto sia quindi giustificato.

In ogni caso, il divieto della Bibbia nelle scuole dello Utah è un segnale della crescente preoccupazione per il contenuto dei libri che vengono utilizzati nelle scuole. Molti genitori e insegnanti sono preoccupati per l’impatto che certi libri possono avere sui bambini e sui giovani, e si chiedono se debbano essere vietati o meno. La questione è complessa e richiede un dibattito serio e approfondito, che tenga conto delle esigenze dei bambini, degli insegnanti e dei genitori.

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