Mancanza di un’accurata analisi sugli effetti che l’impianto potrebbe avere sulla salute e mancata partecipazione di alcuni enti che sono “portatori di interessi fondamentali per l’espressione dei pareri”. Questi sono i due filoni critici su cui vertono le osservazioni presentate dai Comuni di Gerre de Caprioli e Bonemerse entro il termine del 14 luglio, per la fase preliminare al rilascio del PAU, provvedimento autorizzativo Unico, richiesto da Fragea Srl, società agricola acquisita da A2A per realizzare l’impianto di biometano a Cremona, a due passi da Bosco ex Parmigiano frazione di Gerre.
Domenica sera il tema è stato rilanciato a cascina Moreni dal presidente del comitato BiometaNO Luigi Lipara e dal sindaco di Gerre Michel Marchi, durante la cena di autofinanziamento del Comitato per sostenere le spese di consulenza tecnica che serviranno per suffragare in termini scientifici i timori collegati all’arrivo del nuovo impianto di produzione biometano tramite trattamento reflui agroalimentari e zootecnici, in una zona già gravata da tante emissioni e in presenza di dati sanitari non tranquillizzanti. 75 i partecipanti alla cena, sufficienti per coprire i costi della prima consulenza che i due comuni stanno per affidare a uno specialista già individuato.
L’intera istruttoria – non ancora entrata nel vivo – potrebbe slittare in avanti in quanto ad oggi non sono stati contattati in questa fase alcuni soggetti istituzionali parte attiva della Procedura, quali portatori di interessi fondamentali. A loro spetta – secondo i due comuni – la possibilità di esprimere osservazioni “con finalità ostativa od integrativa”.
Vengono citati: Autorità Interregionale per il fiume Po (AIPo) e l’Autorità di Bacino per quanto riguarda la possibilità di piene; Comune di Castelvetro Piacentino, Provincia di Piacenza, Anas, per il transito dei mezzi in entrata e uscita dall’impianto, sia sulla viabilità ordinaria (ss 10) sia sul ponte in ferro dove esistono limitazioni ai mezzi pesanti; e poi ancora, ASST Cremona, “quale gestore dell’ospedale maggiore di Cremona ubicato a circa 800 metri dall’impianto in proposta”; AREU Agenzia Regionale Emergenza Urgenza in quanto presente in prossimità dell’ospedale maggiore un eliporto di emergenza per i mezzi di soccorso; Autovia Padana, che “si trova a circa 600 metri dall’impianto in proposta e viene coinvolto anche nelle fasi di valutazioni incrementali del traffico”. E inoltre: Ministero dei Trasporti, quale proprietario del tratto autostradale A21 e Comitato tecnico regionale per quanto concerne le verifiche sul rischio industriale e analisi al cumulo degli impianti presenti nell’area oggetto di intervento”.
Se la Provincia ritenesse indispensabile far partecipare alla fase delle osservazioni preliminari anche uno solo di questi enti, bisognerebbe riaprire i termini chiusi al 14 luglio e procrastinare il tutto di un altro mese.
Ci sarebbero poi le carenze in tema di ripercussioni sulla salute pubblica. La rispondenza del combustibile biometano ai criteri di transizione energetica fissati dall’UE, infatti, sarebbe fortemente opinabile secondo il documento depositato da Gerre e Bonemerse: tra l’altro – si legge nelle osservazioni – “il metano è un potente gas a effetto serra e un inquinante atmosferico ed è responsabile di circa un terzo dell’attuale riscaldamento globale. Gli studi e i dati relativi alle emissioni in atmosfera per il trasporto di tipo pesante sono assolutamente antitetici a questa scelta”.
Viene inoltre ricordato che i sindaci di Gerre e Bonemerse sono stati destinatari lo scorso anno di una raccomandazione di Ats Valpadana “in cui la medesima ribadisce che da decenni i territori ivi compresi sono critici in relazione alla qualità dell’aria a causa e tra gli inquinanti di interesse sanitario rivestono particolare importanza le polveri sottili (PM 10, PM 2,5) a causa dei loro effetti sulla salute”.
Per questi motivi i due Comuni sottolineano che “la carenza relativa alla Verifica di Impatto Sanitario (…) non può essere derubricata ad una sostanziale presa d’atto dello stato attuale ed un laconico “l’impianto non peggiorerà situazione attuale”. Si richiede pertanto di voler approfondire tale studio riportando analisi dettagliate che partano dagli attuali dati disponibili, sviluppati tramite apposite modellistiche che riscontrino l’incremento di inquinanti generato dal nuovo impianto in proposta”.
“Il proponente – viene poi aggiunto – non dimostra negli atti disponibili di ottemperare alla Direttiva Europea che impedisce di peggiorare le condizioni dell’aria e, per effetto della sentenza della Corte di Giustizia, non dimostra di portare benefici alla stessa. Il proponente non ha depositato i contratti relativi alle matrici in ingresso ed in uscita” e inoltre “pare carente ogni riferimento alla disponibilità dei terreni per il materiale digestato, con particolare riferimento agli indici di vulnerabilità dei terreni”.