Una recente indagine condotta dalla squadra mobile della questura di Mantova ha portato alla denuncia di tre cittadini indiani per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso. Le indagini sono iniziate dopo la scoperta di un connazionale che si era procurato un falso contratto di lavoro per entrare in Italia. Questo individuo risultava impiegato in una società agricola che in realtà era inattiva. Gli agenti hanno scoperto che aveva pagato seimila e cinquecento euro per ottenere il falso contratto e quindi l’accesso al decreto flussi. Ma le indagini hanno rivelato che i tre indiani denunciati avevano utilizzato lo stesso stratagemma con altre nove persone, riuscendo a raccogliere complessivamente quasi 70mila euro.

Inoltre, quattro cittadini indiani sono stati denunciati per aver presentato documenti falsi al fine di ottenere il ricongiungimento familiare, mentre un cittadino egiziano è stato denunciato per aver dichiarato la perdita del passaporto, che avrebbe dovuto consegnare dopo l’avvio della pratica per ottenere l’asilo politico. Si ipotizza che l’egiziano avesse intenzione di continuare a utilizzare il passaporto per fare ritorno liberamente al suo Paese di origine.

Queste denunce confermano l’esistenza di una rete di falsi contratti di lavoro e documenti falsi utilizzati da immigrati irregolari per entrare in Italia. Si tratta di un fenomeno preoccupante che richiede un’azione decisa da parte delle autorità competenti per contrastare l’immigrazione clandestina e garantire il rispetto delle leggi e delle norme in materia di immigrazione. Solo così sarà possibile tutelare i diritti dei lavoratori italiani e degli immigrati regolari, evitando che vengano sfruttati e che si creino situazioni di illegalità.

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