Il sindaco di Como, dopo l’incendio nella palazzina in piazza Duomo che ha causato la morte di un senzatetto, ha dichiarato che la città ha due dormitori e che non sono mai pieni, quindi non ha nulla da recriminare. Secondo lui, se l’ospitalità fosse stata richiesta, sarebbe stata offerta. Tuttavia, il senzatetto francese che è morto non aveva mai contattato le reti di assistenza o le associazioni che si occupano dei senza fissa dimora. Anche se nel dormitorio comunale ci sono sempre alcuni posti liberi, ci sono ancora una sessantina di senzatetto che rimangono fuori dalla porta tutto l’anno. Queste persone non hanno tutte le carte in regola e spesso hanno la residenza in un altro comune, quindi devono attivare l’ufficio comunale dove risiedevano precedentemente per essere riconosciuti anche economicamente a Como. Inoltre, ci sono alcuni senzatetto che non chiedono né vogliono accoglienza, a causa di situazioni delicate legate alla salute mentale. Tuttavia, è raro che queste persone rifiutino un letto caldo durante le notti più fredde dell’inverno. Oltre ai dormitori, a Como c’è anche la casa Ozanam che offre accoglienza a persone inserite in percorsi di recupero e ritorno all’autonomia.

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