La scoperta di una necropoli celtica nella provincia di Mantova conferma la presenza di popoli rivali o paralleli a quello dei Romani in epoca preromana. Gli esperti della Sovrintendenza ai Beni archeologici, Belle arti e Paesaggio di Cremona, Mantova e Lodi hanno scoperto tredici tombe risalenti alla tarda età del ferro, appartenenti alla popolazione dei Cenomani, un gruppo di cultura celtica stanziato nelle terre a Sud del Lago di Garda.
Gli archeologi avevano individuato due tombe in estate, contenenti i resti di un guerriero e della sua consorte. La ricchezza delle dotazioni delle sepolture ha spinto a ampliare le ricerche per evitare danneggiamenti e razzie di tombaroli. Durante un mese di lavoro a settembre, sono state portate alla luce altre undici tombe e centinaia di nuovi reperti, tra cui suppellettili, gioielli, armi e ossa umane ed animali.
Uno dei reperti più interessanti è un gioiello a forma di cerchio sormontato da un cavallino, simile ad un monile etrusco trovato a quaranta chilometri di distanza, nella necropoli del Forcello a Bagnolo San Vito. Questo potrebbe essere un indizio che gli Etruschi, presenti nel territorio sin dal settimo secolo avanti Cristo, conoscessero e frequentassero i Cenomani. Questi ultimi, a loro volta, avevano convissuto pacificamente con i Romani sin dal terzo secolo, adottando le loro usanze. Undici delle sepolture della necropoli sono a incenerazione, secondo il rituale romano di bruciare i cadaveri, mentre solo due sono inumazioni e contengono i resti ossei di bambini e altre ossa forse residue di un pranzo sacro.
Per fare queste scoperte, gli archeologi hanno utilizzato tecnologie come il magnetometro e il geolaser. I reperti scoperti sono custoditi nel museo civico di Asola e comprendono un corredo da guerriero, fibule, braccialetti femminili e suppellettili di ceramica. Gli studi sulla necropoli continueranno per approfondire la storia antica del territorio e gli scavi proseguiranno, con la partecipazione degli archeologi volontari del gruppo Klousios del Basso Chiese. Si spera che dalla terra tra il lago e Mantova possano emergere nuove tracce di vita e storie antiche ormai di duemila anni.