Inizia la formazione per tecnici iperbarici presso ASST Sette Laghi, in preparazione alla realizzazione del centro iperbarico di Cittiglio, per il quale la Regione Lombardia ha stanziato 2 milioni di euro.
Da ieri, quattro professionisti dell’Ospedale di Cittiglio, accompagnati dal Dott. Rosario Giuseppe Cacopardo, anestesista dell’équipe diretta dal Dott. Alessandro Bacuzzi, che è stato designato come riferimento aziendale in Medicina Iperbarica e Subacquea, stanno seguendo un corso specifico per diventare tecnici iperbarici. Questa figura è specializzata nel condurre e manovrare in sicurezza le camere e gli impianti iperbarici, controllarne il funzionamento e somministrare ai pazienti il trattamento iperbarico.
Il centro iperbarico di Cittiglio sarà il secondo centro pubblico in tutta la Lombardia e, grazie alla posizione strategica dell’Ospedale di Cittiglio, dotato anche di elisuperficie, sarà in grado di servire un’ampia area geografica, ben più estesa del territorio di competenza della nostra ASST, sia per i casi di emergenza, sia per quelli che richiedono un trattamento pianificato.
La camera iperbarica è una struttura complessa, un ambiente protetto in cui i pazienti vengono sottoposti all’ossigenoterapia iperbarica (OTI): il paziente respira ossigeno puro in un ambiente che viene portato ad una pressione superiore a quella atmosferica.
L’OTI deve essere attuata il prima possibile, anche in caso di emergenza, ad esempio nelle malattie da decompressione e nelle embolie gassose arteriose, come in caso di incidenti subacquei, e nei casi di intossicazione da monossido di carbonio. Ma questa tecnica terapeutica può essere molto efficace anche in trattamenti pianificati, ad esempio nella cura delle ipoacusie, delle ulcere cutanee nei pazienti diabetici e nelle infezioni acute e croniche dei tessuti molli causate da varie cause: l’OTI interviene per risolvere quelle situazioni in cui c’è uno squilibrio tra la necessità di ossigeno in un tessuto e la capacità delle cellule di quel tessuto di utilizzare l’ossigeno fornito dall’organismo. Nel caso del piede diabetico, ad esempio, l’uso tempestivo dell’OTI porta a una significativa riduzione della morbidità e della mortalità.