CAIRATE – Si stanno seguendo diverse piste per risalire all’assassino di Andrea Bossi, il giovane di 26 anni ucciso nel suo appartamento di via Mascheroni a Cairate nella notte tra il 26 e il 27 gennaio. Dall’abitazione sono scomparsi alcuni oggetti, tra cui alcuni gioielli di valore. Il killer potrebbe aver cercato di venderli dopo averli presi. Gli investigatori non tralasciano nessuna possibilità.
Nel frattempo, domani martedì 30 gennaio, verrà eseguita l’autopsia sul corpo del giovane. Durante l’esame esterno del cadavere è stata riscontrata una sola ferita: un taglio al collo inflitto con un’arma da taglio. La vittima, trovata dal padre Tino Bossi, che era preoccupato perché il figlio non rispondeva al telefono, era completamente vestita e non presentava ferite alle mani, il che fa pensare che l’assassino l’abbia colto di sorpresa. È possibile che Bossi conoscesse l’assassino, dato che non sono stati trovati segni di effrazione. Potrebbe aver aperto la porta di casa all’omicida. Durante l’autopsia si dovrà anche stabilire quale arma sia stata utilizzata, dato che è stata fatta sparire. È importante anche determinare l’orario dell’omicidio: alcuni vicini hanno riferito di aver sentito un rumore sordo e il cane di Bossi abbaiare intorno alle 4 del mattino di sabato, ma non ci sono state grida o richieste di aiuto.
Un altro elemento che gli investigatori stanno analizzando sono le telecamere di videosorveglianza. Gli accessi al comune di Cairate sono tutti monitorati, ma la zona di via Mascheroni non è coperta da telecamere. È possibile che l’assassino sia arrivato in auto (trovata nel garage della vittima) insieme al giovane: in questo caso, le registrazioni degli accessi al comune non sarebbero rilevanti, dato che Bossi viveva lì. C’è anche la possibilità che l’assassino sia fuggito a piedi attraverso i campi circostanti, visto che via Mascheroni si apre su una vasta campagna priva di telecamere. Molto si aspetta dagli esiti dell’autopsia e degli esami scientifici. Al momento, ogni ipotesi investigativa rimane aperta: dalla rapina, considerando gli oggetti di valore scomparsi, all’incontro con una persona legata affettivamente a Bossi che si è rivelata un assassino. Nel frattempo, i familiari del giovane hanno scelto di mantenere il silenzio per cercare di affrontare questo lutto insopportabile.