Un’operazione di grande portata è stata messa in atto ieri dalla Procura della Repubblica di Milano insieme ai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria. Si tratta di un maxi-sequestro di beni che coinvolge 96 immobili situati in diversi comuni, due autovetture e altri valori mobili per un valore totale di oltre 9.500.000 euro.

Secondo le indagini, tutti questi beni sono riconducibili a Maurizio Ponzoni, un imprenditore di 58 anni residente a Rescaldina, vicino agli ambienti legati alla ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo. Ponzoni è finito sotto inchiesta della Dda per essere coinvolto in un gruppo che acquisiva aziende in difficoltà economica per poi farle fallire dopo averle svuotate di tutti i beni, ottenendo anche prestiti con la garanzia dello Stato durante l’epoca del covid.

L’imprenditore aveva un ruolo di spicco in un’associazione criminale composta da 33 persone, con legami con individui condannati per associazione a delinquere di stampo ‘ndranghetistico. Il processo nei confronti degli altri membri del gruppo è ancora in corso a Busto Arsizio.

Le indagini svolte dalla Procura della Repubblica, attraverso i Carabinieri, hanno permesso di evidenziare la pericolosità sociale di Ponzoni e di ricostruire il suo ruolo di amministratore effettivo di un complesso sistema di società intestate a prestanome, utilizzate per nascondere un vasto patrimonio immobiliare accumulato illegalmente.

In concomitanza con il sequestro dei beni, la Guardia di Finanza di Milano e Varese ha sequestrato oltre 265.000 euro presenti sui conti correnti intestati ai prestanome e alle società coinvolte. Inoltre, a Ponzoni è stata notificata la misura della sorveglianza speciale per 4 anni.

Questa operazione rappresenta un duro colpo per l’organizzazione criminale e dimostra l’importanza del lavoro delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata.

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