Il pompiere Enrico Vergani, insieme ad altri imputati, è stato coinvolto in un’inchiesta sulla corruzione al Comando provinciale dei vigili del fuoco di Monza. Dopo aver pagato un risarcimento dei danni a un’associazione che si occupa dei familiari dei pompieri, Vergani ha deciso di concordare con la Procura di Monza una pena di poco superiore ai 4 anni, comprensiva dei mesi già trascorsi in carcere.
Vergani, addetto agli acquisti per l’ufficio automezzi, è accusato di aver abusato del suo ruolo per ottenere mazzette dai fornitori e regali come buoni benzina e catene da neve per le proprie auto. Anche l’imprenditore Sergio Fortini, un altro imputato, ha deciso di patteggiare la pena, così come Martino Longoni e la moglie di un vigile del fuoco coinvolto nell’inchiesta.
Inoltre, la Procura ha aggiunto una nuova accusa di truffa ai danni dello Stato a un altro vigile del fuoco, Edoardo Correnti, accusato di aver falsificato il cartellino di presenza in ufficio per le ore di lavoro straordinario. Correnti ha chiesto di ottenere la messa alla prova, che prevede un risarcimento dei danni e un programma di lavori socialmente utili per estinguere il reato.
La vicenda ha scosso il Comando provinciale dei vigili del fuoco di Monza, ma la collaborazione degli imputati con la Procura sembra aver portato a una rapida risoluzione del caso. Resta comunque l’amarezza per l’abuso di potere e la corruzione che hanno coinvolto alcuni membri dell’organizzazione, minando la fiducia nella professionalità e nell’integrità dei pompieri.