Una minaccia che ha terrorizzato una famiglia e ha portato a gravi conseguenze: è quanto emerso durante il processo ai Monza dove una donna di 48 anni, C.S., è accusata di aver sfregiato il volto della vicina di casa, L.D., con i cocci di una tazzina del caffè. Tutto sarebbe iniziato a causa di continui screzi tra le due donne, che vivevano sullo stesso pianerottolo nelle case Aler di Brugherio.

La situazione si è fatta particolarmente grave quando due uomini hanno minacciato la figlia quindicenne di L.D., avvicinandola alla stazione ferroviaria di Monza e dicendole di stare attenta perché sapevano dove abitava e dove andava. La madre, spaventata e preoccupata per la sicurezza della propria famiglia, ha deciso di costituirsi parte civile nel processo contro l’imputata.

Durante l’udienza, la madre ha raccontato di come i rapporti con la vicina fossero inizialmente buoni, ma che le cose erano precipitate dopo una notte in cui l’imputata era venuta a bussare alla porta chiedendo un caffè e una sigaretta. Da quel momento, le minacce e gli insulti non avevano mai smesso, arrivando a culminare con l’aggressione subita dalla madre.

Le testimonianze delle vicine di casa hanno confermato il clima di tensione e paura che si respirava nel palazzo, tanto che avevano persino firmato una lettera ad Aler per chiedere di allontanare l’imputata. La ragazza, ora diciassettenne, ha dichiarato di non essere più uscita da sola da quando ha ricevuto la minaccia e di aver trascorso il meno tempo possibile in casa, sempre in compagnia di qualcuno.

Il processo è ancora in corso e si tornerà in aula a maggio per ulteriori testimonianze e accertamenti. Una vicenda che mette in luce quanto possano essere gravi e pericolose le conseguenze di litigi e contrasti tra vicini di casa, portando a situazioni di estrema tensione e violenza.

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