La questione del bullismo non ha età: la testimonianza di Antonio, un uomo di 41 anni che vive a Monza da 24 anni, dimostra che anche gli adulti possono essere vittime di bullismo da parte di una baby gang composta principalmente da minori. Antonio ha deciso di non tacere più e ha denunciato pubblicamente gli episodi di violenza e minacce subite.

La baby gang, composta da una ventina di ragazzi che stazionano nell’area tra il McDonald’s e l’Esselunga di San Fruttuoso, ha preso di mira Antonio per motivi legati al suo orientamento sessuale. Gli episodi di violenza e minacce si sono protratti nel tempo, finché Antonio ha deciso di sporgere denuncia dopo essere stato insultato e minacciato davanti a una pizzeria del quartiere.

La decisione di denunciare è stata dettata dalla volontà di non lasciare impuniti atti di bullismo che mettono a rischio la sicurezza e la libertà delle persone. Antonio ha raccontato di come tutto sia iniziato anni fa, quando ha difeso una signora anziana da alcuni ragazzi molesti. Da quel momento, la baby gang si è concentrata su di lui con sempre maggior aggressività.

La denuncia di Antonio ha sollevato una polemica politica sul tema della sicurezza in città. Mentre l’opposizione ha sottolineato la paura che molte persone provano nell’uscire di casa la sera, l’assessore alla Sicurezza ha parlato dell’impegno delle Forze dell’ordine e il sindaco ha assicurato l’impegno dell’amministrazione nel contrastare il bullismo e garantire la sicurezza dei cittadini.

La storia di Antonio dimostra che il bullismo non è un problema limitato alle scuole, ma può manifestarsi in qualsiasi contesto e colpire persone di tutte le età. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi e promuovere una cultura della convivenza civile e del rispetto reciproco, affinché nessuno debba mai sentirsi minacciato o discriminato a causa della propria identità.

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