Il tribunale ha deciso di mettere un punto fermo nel processo a carico di Lanfranco Cirillo, noto come “l’architetto di Putin”, per i lavori che ha diretto per conto del presidente russo. Nonostante la mancanza di una risposta dalla Russia, il processo partirà il 5 dicembre, anche senza la presenza dell’imputato.

L’imprenditore trevigiano, trasferitosi a Brescia negli anni ’90 e ora cittadino russo e residente in Russia, è accusato di riciclaggio, contrabbando ed esterovestizione. Cirillo aveva espresso la volontà di essere presente in aula per chiarire la sua posizione, rinunciando così alla possibilità di seguire l’udienza in videoconferenza.

Il tribunale sta aspettando una risposta sull’estradizione del 60enne, che secondo Mosca deve essere trattata attraverso canali diplomatici e non giudiziari. Nonostante il nuovo rinvio, il processo avrà inizio il prossimo mese, dimostrando la determinazione della giustizia nel portare avanti il caso.

L’imputato, noto per i suoi legami con il presidente russo Vladimir Putin, dovrà affrontare le accuse che gli vengono mosse e chiarire la sua posizione davanti al tribunale. Resta da vedere come si svilupperanno gli eventi e quale sarà l’esito di questo processo che è atteso con grande interesse. La decisione del tribunale di non aspettare ulteriormente una risposta dalla Russia dimostra la volontà di fare chiarezza su questa vicenda e di perseguire la verità.

Nonostante le difficoltà legate all’estradizione e ai canali diplomatici, il processo avrà inizio senza la presenza dell’imputato, dimostrando che la giustizia non può attendere all’infinito. Sarà interessante seguire gli sviluppi di questa vicenda e vedere come si risolverà la situazione. Resta da capire se la Russia risponderà alla richiesta di estradizione e se Cirillo sarà presente in aula per difendersi dalle accuse. Solo il tempo potrà fornire le risposte a queste domande e far luce su questa intricata vicenda.

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