Leonardo Cazzaniga è stato condannato per la seconda volta per la morte di Domenico Brasca, un paziente di 82 anni. La Corte d’Assise d’appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo, nonostante in primo grado il medico fosse stato assolto. Il processo d’appello è stato deciso dalla Cassazione, che ha accolto il ricorso dei difensori, i quali lamentavano che nel primo giudizio non fossero stati sentiti i testimoni determinanti per l’assoluzione di Cazzaniga.
Questa nuova condanna non cambia il destino giudiziario di Cazzaniga, poiché non è possibile accumulare più ergastoli. Attualmente, l’ex vice primario sconta già l’ergastolo con tre anni di isolamento diurno nel carcere di Opera, per la morte di otto pazienti e di Massimo e Luciano Guerra, rispettivamente marito e suocero dell’infermiera Laura Taroni, che all’epoca era amante di Cazzaniga.
La Corte ha inoltre stabilito un risarcimento di 200.000 euro alla famiglia di Domenico Brasca per danni morali. Sono state assegnate una provvisionale di 60.000 euro a ciascuna delle figlie Antonella e Roberta Rosa Maria, 20.000 euro al marito di Roberta e 30.000 euro a testa ai due figli. È stata revocata la dichiarazione di responsabilità civile dell’Azienda socio sanitaria territoriale Valle Olona per l’omicidio di Luciano Guerra. Allo stesso tempo, la Corte ha revocato la condanna di Cazzaniga al pagamento dei danni a favore delle parti civili Maria Pia Florian, moglie di Luciano e madre di Massimo Guerra, e della sorella di Massimo, Gabriella, e dei due figli di Massimo Guerra e di Laura Taroni, che al momento erano minorenni. Pertanto, il risarcimento dovrebbe essere restituito.
L’avvocato Giuseppe Candiani, legale dell’Asst, ha sollevato la questione della responsabilità civile davanti alla Cassazione, sottolineando che la Corte d’Assise di Busto Arsizio aveva dichiarato non utilizzabili contro l’Asst gli elementi emersi dalla perizia su Luciano Guerra al termine del primo processo. L’avvocato Luisa Scarrone, parte civile per la famiglia Guerra, ha commentato duramente, dicendo di non capire quale soddisfazione possa provare l’ospedale nel prendere posizione contro le vittime, dopo ciò che hanno fatto i medici e i vertici dell’ospedale nel coprire l’operato di Cazzaniga.