La tragedia di Aboubacar Darboe, un giovane migrante di 18 anni proveniente dal Gambia, ha scosso profondamente la città di Lecco. Dopo aver affrontato una lunga e pericolosa traversata attraverso la foresta tropicale africana, il deserto del Sahara e il Mar Mediterraneo, Aboubacar non è riuscito a sopravvivere alle acque del Lago di Como.

Era arrivato in città solo la sera prima, dopo essere stato trasferito dal Centro di Primo Soccorso di Lampedusa, dove era approdato venerdì scorso. Temporaneamente ospite della Caritas presso la nuova Casa della Carità, Aboubacar attendeva un posto in un centro di accoglienza della zona.

Proprio in questi giorni, presso la Casa della Carità, si sta svolgendo la mostra “Sconfinati”, che permette ai visitatori di sperimentare ciò che Aboubacar e molti altri profughi come lui hanno vissuto sulla propria pelle, fuggendo dalla miseria e dalla guerra.

Ieri pomeriggio, Aboubacar si è tuffato nel lago per fare un bagno. Insieme a lui c’erano altri richiedenti protezione internazionale, ma mentre gli altri ragazzi sono riusciti a tornare a riva dopo qualche bracciata, Aboubacar è scomparso in pochi istanti, inghiottito dalle onde.

Immediatamente è scattato l’allarme e i vigili del fuoco della squadra nautica di Lecco sono stati i primi a scendere in acqua con il loro gommone. A loro si sono poi uniti i Draghi lombardi, decollati in elicottero da Malpensa, e i sommozzatori di Milano. Dopo un’ora interminabile, il corpo senza vita di Aboubacar è stato finalmente trovato e recuperato, a 15 metri di profondità non lontano dalla riva.

Questa tragedia ci ricorda quanto sia pericoloso il viaggio che molti migranti sono costretti ad affrontare per cercare una vita migliore. Aboubacar aveva lottato e superato molte difficoltà, ma è stata l’acqua del lago a portargli via la vita.

La sua morte rappresenta una chiamata di attenzione per tutti noi. Dobbiamo riflettere sulle condizioni in cui vivono questi migranti, sulle sfide che affrontano e sulle tragedie che spesso devono sopportare. Dobbiamo cercare soluzioni per offrire loro un’accoglienza adeguata e sicura, evitando che si verifichino altre perdite di vite umane.

Aboubacar Darboe, un giovane con sogni e speranze, è stato portato via da noi troppo presto. La sua morte deve essere un monito per tutti noi affinché si faccia tutto il possibile per evitare che tragedie come questa si ripetano in futuro.

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