Nino Caianello, il principale imputato dell’inchiesta sulla Mensa dei poveri, è tornato a farsi sentire nel caos giudiziario che ha coinvolto la politica di Gallarate e della provincia di Varese. Caianello afferma di non aver mai accusato nessuno e sostiene che le assoluzioni in primo grado di alcuni imputati sono il risultato dei suoi silenzi. Insomma, afferma di non essere un infame. Durante gli interrogatori, Caianello ha sempre assunto le proprie responsabilità senza fare nomi o coinvolgere altre persone. È convinto che se avesse collaborato, sarebbe già libero e non sottoposto a misure di sorveglianza che scadranno tra un anno e mezzo. Secondo lui, le assoluzioni recenti sarebbero state influenzate anche dal suo comportamento durante gli interrogatori. Sostiene che Andrea Cassani, sindaco di Gallarate, e Paolo Orrigoni, noto come Mister Tigros, hanno tratto benefici da questa situazione. Orrigoni era accusato di aver ricevuto una tangente sotto forma di consulenza per accelerare la realizzazione di un supermercato a Gallarate, mentre Cassani era accusato di turbativa d’asta. Il suo avvocato, Tiberio Massironi, afferma che Caianello rappresentava il fulcro dell’inchiesta e del processo e che le sue deposizioni avrebbero potuto incriminare tutti. Ora, rimane da capire quali sono i presupposti su cui si basano le decisioni dei giudici, in particolare per quanto riguarda la vicenda Tigros. Orrigoni è stato assolto senza alcuna condanna, ma ci sono ancora dei punti da chiarire. I patteggiamenti degli altri imputati, l’ingegnere Alberto Bilardo e l’industriale Pier Tonetti, potrebbero non implicare necessariamente un’ammissione di colpevolezza. Sarà necessario attendere le motivazioni della sentenza per saperne di più. Nel frattempo, sono stati resi noti i verbali degli interrogatori, tra cui uno di Nino Caianello che fa riferimento all’affaire Tigros. Le sue parole sono ambigue e lasciano spazio a diverse interpretazioni.
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