Il Coordinamento interregionale per la tutela del lago ha recentemente lanciato un appello alla Provincia di Trento affinché fermi il progetto della Ciclovia del Garda. Secondo il Coordinamento, questa ciclabile risulta pericolosa, costosa e devastante per l’ambiente. Inoltre, dopo la seconda frana in meno di un mese sull’Alto Garda, il Coordinamento ha evidenziato i rischi a cui sarebbero esposti i futuri utenti della cicloturistica. Le frequenti frane nella zona dimostrano la fragilità delle rocce e gli effetti negativi che potrebbero avere sui percorsi ciclabili.

Il Coordinamento ha inoltre sottolineato che il crollo di Tremosine ha danneggiato la galleria storica della Gardesana occidentale, dove è situato il depuratore di Tremosine e Campione. Questo dimostra che gli effetti di una frana non si limitano alla superficie, ma possono influire anche sul versante roccioso, rendendo insicure anche le gallerie naturali.

Secondo il Coordinamento, sarebbe assurdo e rischioso investire milioni di euro in un’infrastruttura che potrebbe rappresentare un pericolo per la sicurezza. Inoltre, la ciclabile aumenterebbe il carico antropico in una zona ad alto rischio geologico. Il Coordinamento si chiede chi si assumerebbe la responsabilità di un eventuale incidente mortale e chi ne pagherebbe le conseguenze.

L’appello del Coordinamento interregionale per la tutela del lago si basa sulla necessità di preservare l’ambiente e la sicurezza dei futuri utenti. In alternativa alla Ciclovia del Garda, il Coordinamento propone di potenziare la navigazione con i battelli sul lago, una soluzione che potrebbe essere meno rischiosa e più sostenibile. Spetta ora alla Provincia di Trento valutare attentamente questo appello e prendere una decisione che tenga conto di tutte le considerazioni espresse dal Coordinamento.

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