La bretella che passerà da Samarate non porterà benefici al traffico, non dopo il breve periodo. In compenso saranno sacrificati 44 ettari di bosco (non solo sul territorio di Samarate) per complessive 25.000 piante abbattute. Il Comitato “Salvaguardia dei boschi di Samarate” ha espresso la sua contrarietà a questo progetto, affermando che la politica ha dato versioni inattendibili e distorte.

Secondo il Comitato, l’opera è lesiva per gli interessi del territorio. Nonostante gli obiettivi siano quelli di decongestionare la seconda tratta della 336 Gallarate – Malpensa e la 341, la previsione nascerebbe da due dati di fatto: i flussi di mezzi intensissimi nell’area e, fattore umano, il passaparola. Il circolare di informazioni sul decongestionamento di certe arterie porterebbe gli automobilisti a tornare su quelle strade, con vanificazione dell’effetto sperato.

Il Comitato si chiede se il progetto ha senso, considerando che saranno sacrificate piante tipiche della zona come farnie, carpini, aceri, tigli e robinie, che sono ritenute di scarso pregio. Inoltre, l’unicum boschivo tra Busto e Samarate sarà aggredito non solo dalla bretella, ma anche, all’altro estremo dell’area, dall’ospedale unico.

Pino Santangelo, membro del Comitato, ha affermato che bisogna che Gallarate, Cardano, Samarate, Ferno e Lonate si mettano a ragionare su una idea nuova di viabilità, a un progetto alternativo. Ha sottolineato che l’attuale 341 è congestionata, ma che esistono alternative che potrebbero essere prese in considerazione.

In generale, il Comitato ritiene che l’importanza di un bosco sia inversamente proporzionale alla sua estensione: meno bosco c’è e più è importante preservarlo. Per questo motivo, le forze politiche dovrebbero fare pressione per il bene dei cittadini e del territorio, collaborando con Regione, Anas e Governo.

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