L’Ufo a Vergiate e il mistero del Lago Maggiore: un racconto della storia italiana

Il 13 giugno del 1933, un evento misterioso sconvolse la provincia di Varese e il Lago Maggiore. Un velivolo non identificato si schiantò nei pressi del lago, a Vergiate, non lontano dall’aeroporto di Malpensa. I rottami dell’aeromobile e i corpi dei due piloti furono rinvenuti sul luogo dell’incidente.

Si trattò del primo caso “ufologico” in Italia, ma del quale si sa poco a causa del segreto imposto dal regime fascista. Tuttavia, un ufficio governativo, il Gabinetto RS/33, di cui faceva parte anche Guglielmo Marconi, continuò a occuparsi della vicenda. I resti dell’Ufo, descritto come un velivolo cilindrico con oblò sulla fiancata, furono portati nei capannoni della Siai-Marchetti a Vergiate, dove rimasero per 12 anni insieme ai corpi dei piloti conservati in formalina.

Mussolini pensò che fossero piloti tedeschi, ma il parere di Marconi era contrario. Dopo la fine della guerra, gli Alleati presero in custodia le casse contenenti i resti e li inviarono negli Stati Uniti. Ancora oggi, il trasporto di quelle casse negli Usa è avvolto dal mistero, poiché le tre persone che erano a conoscenza di esso sono morte in circostanze strane.

Il primo avvistamento di Ufo in Italia resta un mistero, ma gli esperti concordano sul fatto che la zona tra il Lago Maggiore e il Ticino sia tra quelle che registrano il maggior numero di segnalazioni di oggetti non identificati. La storia di Vergiate e del Lago Maggiore è un esempio della ricchezza storica e culturale del territorio varesino, che merita di essere valorizzato e conosciuto.

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