I rumori e gli schiamazzi provenienti dalle discoteche a cielo aperto nel centro storico di Pavia sono diventati insopportabili per i residenti. Ieri mattina, un centinaio di famiglie ha presentato una diffida al Comune per richiedere una soluzione al problema. L’avvocato Fabrizio Gnocchi ha redatto la diffida, che è stata consegnata al Comune. Le famiglie coinvolte vivono nelle zone più prestigiose della città, tra cui via Siro Comi, via Volturno, piazza del Lino, via Teodorico, piazza Duomo e via Bossolaro.

Questi residenti, che in passato facevano parte di comitati diversi come il Comitato contro la malamovida e MovidAltrove, si sono uniti in un unico soggetto e per la prima volta stanno agendo insieme, determinati a continuare la battaglia fino alla Suprema Corte, se necessario.

“Non abbiamo nulla contro il sindaco Fabrizio Fracassi”, sottolinea Paolo Fornelli, portavoce del nuovo comitato. “Non è una critica all’amministrazione e al suo operato, ma adesso basta”. Da anni, infatti, i residenti del centro storico lottano contro la malamovida, indipendentemente dalle diverse giunte comunali.

La recente sentenza della Cassazione, secondo la quale i residenti possono richiedere un risarcimento ai Comuni che non garantiscono il rispetto delle norme di quiete pubblica e non tutelano la salute dei cittadini, ha spinto i residenti ad avvalersi di un avvocato.

“Nella diffida si afferma che dal mercoledì alla domenica i rumori nel centro sono insopportabili e fuori controllo. La musica ad alto volume continua fino a tarda notte, impedendo il riposo dei residenti”, si legge nel documento.

Le serate universitarie, le feste e le lauree stanno privando del sonno coloro che vivono nel centro. Le famiglie che abitano nel cuore della città hanno più volte chiesto di spostare altrove la movida, di far rispettare la quiete pubblica e di non essere costrette a incontrare persone che urinano sulle porte delle proprie case o che insultano chi esce presto al mattino per andare al lavoro.

“Chiediamo un segnale chiaro dal Comune”, continua Fornelli. “Altrimenti, agiremo per vie legali e non ci fermeremo”.

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