SEREGNO (MB) – È giusto che chi commette errori paghi le conseguenze. Soprattutto in un contesto come quello dello stadio, che non dovrebbe avere nulla a che fare con la violenza. Detto ciò, è sorprendente notare come i provvedimenti vadano sempre e solo in una direzione, come già successo dopo la partita tra Sangiuliano e Pro Patria. E a pagare, anche per colpe di una gestione evidentemente fallimentare, sono sempre i sostenitori della Pro Patria, in questo caso colpiti da 6 Daspo (con divieti che vanno da otto anni a uno singolo) per gli scontri avvenuti a Sangiuliano-Triestina.

Dal caso Sangiuliano-Pro Patria…

Lo scorso 22 aprile, a pagare le conseguenze di una gestione carente dell’ordine pubblico all’interno e all’esterno dello stadio di Seregno, sono stati la società Pro Patria, multata di 3.000 euro e con una partita a porte chiuse, e i suoi tifosi, con una ragazza leggermente ferita da torce e pietre lanciate dagli ultras del Sangiuliano, un gruppo che sembrava molto organizzato e preparato, tutto tranne che improvvisato.

…a Sangiuliano-Triestina

Tre settimane dopo, il 13 maggio, durante la partita di ritorno dei playout tra Sangiuliano e Triestina, si sono verificate le stesse scene a Seregno, se non peggiori: nonostante avvisaglie (il legame tra i tifosi della Pro Patria e quelli della Triestina), l’ordine pubblico ha nuovamente mostrato delle lacune, con le tifoserie che si sono incredibilmente scontrate fuori dallo stadio. I provvedimenti, legittimi, sono però ancora una volta unidirezionali: la Questura di Monza ha inflitto complessivamente 10 Daspo, di cui 6 ai sostenitori della Pro Patria e 4 a quelli della Triestina. E ancora una volta, gli ultras del Sangiuliano sono rimasti impuniti, nonostante quello che abbiamo visto con i nostri occhi allo stadio “Ferruccio”, dove sono apparsi tutto tranne che innocenti.

Insomma, la giustizia è stata fatta…

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