È una storia a lieto fine quella che coinvolge un rondone e due infermiere specializzate dell’ospedale del Ponte. Il rondone si era incastrato ad una finestra dell’ospedale e una delle infermiere, Emanuela Lastella, è riuscita a salvarlo e a restituirlo alla libertà, scoprendo una nuova abilità che non avrebbe mai immaginato di avere.
“Non potevamo rimanere indifferenti a questo piccolo animale – spiega Emanuela Lastella, infermiera nell’ambulatorio pediatrico dell’ospedale – Si trattava di un cucciolo di rondone rimasto incastrato con la zampa nella finestra del quarto piano della pediatria. Sono riuscita a recuperarlo e a salvarlo, qualcosa che non avrei mai creduto di poter fare. La mia collega Chiara è stata molto più brava di me”.
Una volta scoperto che la piuma trovata fuori dalla finestra apparteneva a un rondone rimasto incastrato tra i serramenti, Chiara Lanfranconi ed Emanuela Lastella hanno provato a liberarlo e a rianimarlo: “Prima abbiamo tolto l’unghietta con un abbassalingua, poi, quando ci siamo rese conto che non si muoveva, l’abbiamo ricoverato in una scatola di cartone. Abbiamo messo un guanto usa e getta di lattice riempito di acqua calda sul suo fianco, come una borsa dell’acqua calda. Abbiamo anche provato a dargli un po’ di glucosata, che inizialmente ha rifiutato, ma poi ha iniziato a succhiarla”.
Intanto, le due infermiere cercavano di contattare dei veterinari, spiegando la situazione. Erano già pronte a portare il rondone da uno di loro, quando, dopo la soluzione di acqua e glucosio, l’animale si riprende e comincia ad agitarsi nella scatola: “Abbiamo subito capito che era pronto ad uscire e che il veterinario non sarebbe stato più necessario. Così abbiamo aperto la scatola fuori dalla finestra e lui è volato via”.
Un episodio emozionante per le due infermiere, che hanno utilizzato la loro pausa pranzo in modo diverso: “Il nostro lavoro è duro e coinvolgente, curiamo i bambini in ospedale. Io mi occupo di pediatria, Chiara ha lavorato per molti anni in terapia intensiva neonatale. Ma oggi, più che in altri giorni, è valsa la pena alzarsi dal letto alle quattro del mattino e venire qui. È stata un’esperienza che non dimenticheremo”.