Indagine della Guardia di Finanza di Varese su reati di circonvenzione di persone incapaci

I finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Varese hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di tre soggetti che si ritiene siano coinvolti in reati di circonvenzione di persone incapaci. Si sospetta che questi individui si siano appropriati di ingenti somme di denaro e beni immobili sfruttando la fragilità psicologica ed emotiva delle vittime, nonché il loro stato di salute.

L’indagine è stata avviata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Varese, su segnalazione di un’operazione sospetta ai fini della normativa antiriciclaggio. Una donna, affetta da inferiorità e deficienza psichica, era vittima di manipolazioni da parte di diversi criminali, che l’avrebbero indotta a compiere azioni dannose per il suo patrimonio. Di conseguenza, ha perso gran parte della sua ricchezza ed è stata ridotta alla povertà, vivendo in una casa pubblica fornita dai servizi sociali.

Le attività di polizia economica e finanziaria, svolte tramite intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, hanno permesso di identificare le vittime del gruppo criminale. Queste persone sono state selezionate in base alle loro elevate disponibilità finanziarie e immobiliari, nonché ai loro problemi psicologici derivanti dallo stato di salute precario e dalla fragilità dovuta alla recente perdita dei genitori con cui avevano vissuto fino alla fine, trattandosi di donne nubili.

Durante le indagini è emerso che una delle vittime è stata costretta a disfarsi dell’ingente eredità ricevuta dai suoi facoltosi genitori, che includeva anche appartamenti in importanti località turistiche italiane, del valore di 450.000 euro. Questa donna è stata costretta a vivere in una casa pubblica e a sopravvivere con i pochi proventi derivanti dalla sua pensione di invalidità, poiché una parte della pensione le veniva sottratta da uno degli indagati.

Nel caso di un’altra donna manipolata, è stato fondamentale l’intervento dell’UIF e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria per bloccare l’operazione di riscatto di una polizza vita del valore di 300.000 euro, a vantaggio degli indagati. Questo intervento ha permesso alle autorità giudiziarie di emettere un decreto di sequestro, eseguito dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico di Varese, che ha coinvolto anche altri titoli per un valore complessivo di 450.000 euro. Grazie a questa azione preventiva, il patrimonio finanziario della donna è stato salvaguardato, nonostante avesse già subito la perdita di 200.000 euro tramite bonifici a favore degli indagati.

Nelle intercettazioni telefoniche, le donne sottomesse erano insultate dagli indagati e venivano convincute a non collaborare con la Guardia di Finanza o a fornire dichiarazioni false agli investigatori. Nel caso di una donna in condizioni di salute terminali, uno degli indagati, un infermiere di professione, si vantava con i complici del suo impegno estremo per evitare la sua morte, praticando interventi farmacologici d’urgenza senza la supervisione di un medico. Questi interventi consistevano nell’iniettare potenti farmaci broncodilatatori direttamente nelle vene dell’anziana donna, madre di una delle vittime, al fine di sottrarle l’eredità.

Nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle hanno effettuato perquisizioni locali e personali nei confronti dei tre indagati, durante le quali sono stati sequestrati i loro telefoni cellulari, nonché altri beni appartenenti al principale indagato, tra cui assegni bancari e carte di debito. Il valore complessivo del patrimonio sottratto alle vittime a favore degli indagati è stato stimato in oltre 1.200.000 euro (790.000 euro in contanti e 450.000 euro come valore degli immobili). La gravità delle prove raccolte dai finanzieri, la pericolosità delle azioni compiute dagli indagati e il concreto rischio di ripetizione dei reati hanno portato la Procura di Busto Arsizio a richiedere misure cautelari personali nei confronti degli indagati, che sono state concesse dal competente G.I.P. al fine di evitare il rischio di alterazione delle prove, di fuga e di ripetizione dei suddetti crimini. Gli indagati sono ritenuti responsabili di aver intrapreso una condotta manipolatoria duratura e fiorente ai danni di donne sole e con capacità mentali ridotte, inducendole a compiere azioni dannose per i loro interessi e per ingenti somme di denaro.

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