Agenti aggrediti e finiti in ospedale durante il servizio, tentativi di evasione con violenza nei confronti degli operatori. Situazioni estreme che sono state testimoniati nei recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto anche la provincia di Varese, per i quali il sindacato sta facendo sentire la sua voce.

La Segreteria della “Fp Cgil” di Varese, in una nota, ricorda infatti quanto accaduto il 20 settembre durante il trasporto di tre detenuti dal carcere di Busto Arsizio all’ospedale, dove si è verificato un tentativo di fuga, il secondo negli ultimi tre mesi. Durante le operazioni di contenimento del detenuto, uno degli agenti di scorta è rimasto ferito, con una prognosi di 10 giorni.

La ragione principale dietro a questo episodio, secondo il sindacato, è tanto semplice quanto preoccupante: la carenza cronica del personale. Il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, responsabile del trasporto e della sorveglianza dei detenuti, è attualmente composto da 15 unità invece delle 19 previste, con una carenza che supera il 20%.

“A questa motivazione”, continua il sindacato, “si aggiunge un aumento vertiginoso delle prestazioni specialistiche che richiedono il trasporto in ospedale. Crediamo che questa rapida crescita negli ultimi anni sia dovuta a una sorta di ‘strategia difensiva’, ovvero inviare sempre i detenuti in ospedale per qualsiasi problema, al fine di proteggersi da eventuali denunce, soprattutto considerando il bassissimo numero di medici (specialisti e non) e infermieri che scelgono di lavorare negli istituti penitenziari. Il risultato di questa combinazione di fattori è facilmente osservabile: un numero insufficiente di lavoratori deve far fronte a una domanda di trasporti elevatissima, obbligando gli agenti di Polizia Penitenziaria a svolgere più traduzioni ogni giorno. Tutto a discapito di efficienza e sicurezza”.

“Come Funzione Pubblica CGIL Varese, da anni denunciamo la situazione del personale e rivendichiamo, in tutte le sedi, una campagna di integrazione del personale della Polizia Penitenziaria, che da anni è ridotto al di sotto dei numeri minimi. È necessario garantire riposi ai lavoratori e distribuire meglio i carichi di lavoro, affinché la sicurezza di questi lavoratori diventi un obiettivo primario”.

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