Sabato 14 ottobre 2023 è stata pronunciata la sentenza per il caso di violenza sessuale avvenuto a due passi dal tribunale una sera di agosto. Mauro Peverelli, l’aggressore di 42 anni, è stato condannato a 10 anni di carcere, con un terzo di pena tolto grazie alla scelta del rito abbreviato. Le richieste del pubblico ministero Antonio Nalesso sono state accolte pienamente.

La vittima, una donna bulgara di 59 anni, è stata brutalmente violentata e picchiata nella cabina telefonica di via Auguadri, accanto al Tribunale. Le ferite riportate includono lesioni e lacerazioni nelle parti intime, nonché una frattura al braccio. La prognosi dell’ospedale era di 30 giorni.

Ghulam Shabbir Imran, un pakistano di 42 anni senza fissa dimora, è stato arrestato poco dopo l’aggressione con ancora addosso i vestiti intrisi del sangue della vittima. Da quel momento è stato detenuto in carcere. Ieri mattina, assistito dall’avvocato Corrado Leoni, è tornato in Tribunale per essere processato con il rito abbreviato davanti al giudice Walter Lietti.

Al termine della camera di consiglio, il giudice ha deciso di condannare l’imputato a 10 anni di reclusione. La parte civile, rappresentata in aula, ha ottenuto un risarcimento provvisorio di 50.000 euro, in attesa che il risarcimento venga meglio definito in sede civile.

Questa è stata l’epilogo di una brutta storia, non solo per l’accaduto, ma anche per il fatto che molti cittadini hanno assistito alla violenza senza intervenire. Le telecamere del Tribunale hanno ripreso l’intera aggressione, ma sono state solo due ragazze straniere, cameriere in un locale del centro, ad aver chiamato i soccorsi. I carabinieri sono arrivati sul posto e hanno trovato la vittima seduta a terra in una grande pozza di sangue, mentre l’aggressore è stato trovato ancora sporco di sangue in viale Varese.

Il pm Antonio Nalesso ha ricostruito i fatti, ascoltando nuovamente la vittima e formulando le accuse di violenza sessuale aggravata dall’aver fatto consumare un ingente quantitativo di alcol alla vittima, e di lesioni personali. La donna bulgara è stata spogliata, picchiata e violentata in due diverse cabine telefoniche.

Questa sentenza rappresenta un passo importante nella lotta contro la violenza di genere, ma ci fa riflettere sul fatto che la società deve fare di più per prevenire e contrastare simili episodi. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a tali violenze, ma dobbiamo intervenire e chiedere aiuto alle autorità competenti. Solo così potremo garantire un futuro migliore per tutti.

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