Diffamato il virologo Fausto Baldanti, responsabile dell’Unità di virologia molecolare presso il Policlinico San Matteo di Pavia: è con questa accusa che il programma televisivo “Le Iene” è stato citato in giudizio.

Il programma televisivo “Le Iene” è stato citato in giudizio a Piacenza per diffamazione nei confronti del professore Fausto Baldanti, esperto di microbiologia e virologia presso l’Università degli Studi di Pavia e responsabile dell’Unità di virologia molecolare presso il Policlinico San Matteo di Pavia.

La denuncia è stata presentata dall’avvocato Livio Podrecca, rappresentante del virologo, in seguito a un servizio trasmesso il 12 maggio 2020 dal titolo “Perché la Lombardia non fa i test pungi dito?”. Nel servizio, si indagava sulle ragioni per cui la Regione Lombardia avesse preferito i test venosi della società Diasorin rispetto a quelli rapidi con prelievo di sangue della Tecnogenetics. Nel servizio, si faceva intendere che il professore Baldanti avesse agito in modo fraudolento a favore dei test Diasorin, causando presunti danni economici e diffamando il virologo.

Il video, secondo l’accusa, avrebbe rappresentato il professor Baldanti come poco preparato dal punto di vista tecnico per la validazione dei test sierologici, suggerendo che agisse per interessi finanziari personali e di terzi. Il servizio avrebbe suggerito che Baldanti avesse screditato intenzionalmente i test “pungi dito” provenienti dalla Cina, tra cui quelli commercializzati da Technogenetics Srl, sostenendo erroneamente che fossero poco sensibili e poco affidabili per la rilevazione del virus Covid-19.

L’accusa afferma anche che il servizio avrebbe omesso di sottolineare che Baldanti non aveva avuto alcun ruolo nella stipula dell’accordo di ricerca tra la Fondazione del San Matteo e la Diasorin. Inoltre, il servizio avrebbe messo in relazione l’operato di Baldanti con il Comitato Tecnico Scientifico della Regione Lombardia, suggerendo un conflitto di interessi, quando in realtà Baldanti si era dimesso dal Comitato in data 13 aprile 2020.

L’accusa sottolinea anche che nel servizio sono stati manipolati e tagliati brani di un’intervista rilasciata dall’epidemiologo Massimo Galli, al fine di farlo sembrare in accordo con la tesi del servizio. Inoltre, il servizio avrebbe fatto intendere che lo studio sul test “pungi dito” VivaDiag della VivaCheck fosse stato condotto solo da Baldanti, quando in realtà la ricerca era stata condotta da nove scienziati, tra cui lui. La procura ritiene che il servizio abbia cercato di sminuire il test “pungi dito” facendo credere che fosse stato effettuato su un campione sbagliato, mentre in realtà era stato testato su pazienti di pronto soccorso.

Nell’udienza più recente, il giudice ha accolto l’istanza della parte civile di citare in giudizio Rti e Tecnogenetics come responsabili civili. La difesa, d’altra parte, ha sollevato un’eccezione di competenza territoriale e il processo è stato rinviato a febbraio 2024.

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