Gli egiziani Gharib Nodari e Alaa Refaei, arrestati martedì scorso, sono accusati di partecipazione attiva alla rete digitale che diffonde l’apologia e il proselitismo dell’Isis. Nonostante la difesa sostenga che non abbiano commesso alcun reato, il giudice ha respinto la richiesta di scarcerazione in quanto entrambi hanno dimostrato un coinvolgimento nella diffusione di contenuti violenti e apologetici verso l’Isis. In particolare, per Refaei è emerso anche il suo legame con l’invio di denaro a profughi in Siria su richiesta di un membro dell’Isis. Nonostante le somme siano modeste, il giudice le considera significative in relazione alle condizioni economiche dei due accusati. Durante gli interrogatori, entrambi hanno dichiarato di aver interrotto la loro partecipazione alla rete digitale dopo il sequestro dei loro dispositivi, ma il giudice ha evidenziato alcuni elementi che mettono in dubbio queste affermazioni. La difesa sostiene che spetterebbe alla polizia continuare a monitorare l’attività di Refaei se fosse davvero un elemento importante per le indagini. Inoltre, si fa notare che fare beneficenza a soggetti al di fuori della cerchia familiare è una pratica comune, e quindi Refaei non poteva sapere che l’uomo che gli chiedeva denaro per i profughi in Siria fosse legato all’Isis.

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