Le indagini svolte nel corso degli anni (Bad Boys, Infinito, Krimisa e Krimisa bis) sembrano non aver scalfito minimamente la capacità di riorganizzazione della ‘ndrangheta nella zona tra Legnano e Lonate Pozzolo. L’ennesima inchiesta che ha messo in luce il potere mafioso in Lombardia rimette al centro la locale che, dagli anni ’90, si concentra su quest’area, grazie ad un continuo ricambio generazionale e alla presenza di nuove figure che subentrano nell’organizzazione al cui vertice per tanti anni ha visto la figura di Vincenzo Rispoli.

Questa volta, inoltre, avviene in collaborazione con la camorra dei Senese (potente clan radicato a Roma e con radici sempre salde a Napoli) e con la mafia del mandamento di Castelvetrano e i Rinzivillo, altro gruppo strettamente legato al territorio lombardo. Quest’ultima è stata decapitata con l’inchiesta Fire Off nei primi anni ’10, ma è tornata ad alzare la testa, sempre con Busto Arsizio al centro dei propri interessi. Si tratta di una pace mafiosa di cui parlò nel 2010 l’allora procuratore di Busto Arsizio Dettori, diventata anche un’alleanza per gli affari, attraverso un reticolo di società gestite da prestanome che servivano a riciclare ingenti somme di denaro da destinare alla “bacinella”, la cassa comune che serviva a mantenere le famiglie dei carcerati.

A reggere la locale negli ultimi anni è stato Massimo Rosi, pluricondannato per traffico di stupefacenti, che ha riunito attorno a sé, nel territorio di uno storico affiliato, Giacomo Cristello, a Castano Primo, i nuovi membri dell’organizzazione e ha ricevuto dalla Calabria la possibilità di formare nuovi affiliati. A chiederglielo sarebbe stato proprio Vincenzo Rispoli, tramite il figlio Alfonso.

Rosi, grazie ad una fitta rete di prestanome e di conoscenze, è presente in diverse società dalle quali trae profitto per l’organizzazione. Si riunisce in uffici a disposizione dell’organizzazione a Dairago e Busto Garolfo insieme ad esponenti dei Senese e dei Fidanzati. Inoltre, è coinvolto in diverse società come la Seven Space di Busto Garolfo, la Logistica 2000, la Blu srl, la Servizi Integrati di Dairago, tutte gestite da prestanome usati come schermo a causa dell’impossibilità dei principali protagonisti di aprirne a nome proprio.

È interessante notare il collegamento stretto tra gli uomini di Rosi e quello che rimane della mafia gelese dei Rinzivillo a Busto Arsizio. Dario, Fabio e Francesco Nicastro partecipano ai summit insieme agli affiliati di Rosi, pur mantenendo le loro attività separate, come il bar Fermata 36, che è stato al centro di una querelle quando è stato inaugurato e ha coinvolto anche l’amministrazione comunale. Quel bar è stato chiuso per rissa e spaccio e poi bruciato poco tempo dopo.

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